Su Diritto Bancario: AI ACT e GDPR, tra opacità algoritmica e principio di trasparenza

Su Diritto Bancario: AI ACT e GDPR, tra opacità algoritmica e principio di trasparenza

Negli ultimi anni si è assistito a un rapido sviluppo e a una crescente implementazione dell’intelligenza artificiale in diversi processi e settori produttivi.

L’intelligenza artificiale comporta il potenziale verificarsi di diversi rischi significativi, tra cui spicca il problema dell’opacità algoritmica, che si riferisce alla difficoltà di comprendere come vengano prese le decisioni all’interno di algoritmi complessi, rendendo poco trasparenti i processi decisionali. In questo scenario, si sente – sia a livello europeo che nazionale – la necessità dell’intervento della trasparenza quale soluzione al nodo dell’opacità tecnologica dell’algoritmo dell’AI.

La sinergia tra l’AI Act e il GDPR sottolinea l’importanza di un approccio normativo integrato e trasversale, volto a proteggere i diritti degli individui e a promuovere un utilizzo responsabile, etico e trasparente dell’intelligenza artificiale. Mentre il GDPR prevede misure per garantire la trasparenza dei dati personali, l’AI Act dispone che i sistemi di IA siano progettati e implementati in modo da essere comprensibili e giustificabili.

Affrontare l’opacità degli algoritmi e promuovere la trasparenza non è solo una questione di conformità normativa, ma è fondamentale per costruire fiducia e garantire che l’IA rimanga un alleato dell’intelligenza umana, rispettando i diritti e le aspettative degli interessati.

Solo così potremo evitare il rischio di una “tirannia algoritmica” e assicurarci che i sistemi di intelligenza artificiale contribuiscano al benessere collettivo, rispettando i diritti e le libertà fondamentali di tutti gli individui.

Sull’argomento, un’interessante analisi a cura del nostro founding partner Luca Tufarelli, della senior associate Maria Lilia La Porta e della dott.ssa Gaia Leoncini pubblicato su Diritto Bancario.

Per leggere l’articolo integrale: clicca qui.

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