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In data 12 febbraio 2019, con due distinte note informative, il Comitato europeo per la protezione dei dati personali (“EDPB”) ha ricordato le cautele che gli operatori, pubblici e privati, dovranno adottare, sulla base del Regolamento (UE) 2016/679 (“GDPR”), per i trasferimenti di dati verso il Regno Unito a partire dal 30 marzo 2019 e in caso di mancato raggiungimento di un accordo sul recesso di detto Stato dall’Unione (c.d. “hard Brexit” o “No-deal Brexit”).

La Banca d'Italia ha pubblicato il 19 febbraio 2019 la comunicazione con cui, in vista della Brexit, ha invitato gli intermediari britannici (banche, istituti di pagamento e istituti di moneta elettronica abilitati a offrire i propri prodotti e servizi secondo le modalità previste dal diritto europeo con sede nel Regno Unito) operanti sul territorio nazionale - mediante succursali, in regime di libera prestazione di servizi, ovvero tramite agenti o soggetti convenzionati - a informare i propri clienti italiani in merito alle iniziative assunte e alle conseguenze per le relazioni contrattuali in essere, evidenziando la necessità di assicurare il pieno rispetto degli obblighi contrattuali e delle disposizioni che disciplinano la prestazione di attività riservate in Italia (incluse quelle riguardanti il recesso, la portabilità, le proposte di modifica unilaterale dei contratti alla clientela e la cessione dei rapporti).

Con ordinanza del 14 febbraio 2019, la Corte di Giustizia ha riconosciuto la compatibilità del rito cd. “super-accelerato” di cui all'art. 120, comma 2-bis, c.p.a., con le disposizioni della direttiva 89/665, cd. direttiva “ricorsi”.

Con la lettera di costituzione in mora del 24.1.2019 la Commissione europea richiama l’attenzione “sulla mancata conformità del quadro giuridico italiano alle direttive del 2014 in materia di contratti pubblici”.

Secondo la Commissione varie disposizioni del Codice dei contratti pubblici[1] (o “Codice”) e l’art. 16, comma 2-bis, del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 non risultano conformi alle direttive 2014/23/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, 2014/24/UE sugli appalti pubblici e 2014/25/UE sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali.

Con sentenza del 10 gennaio 2019, n. 693, il Tribunale di Roma ha condannato Vimeo, noto provider di servizi audio-video, per aver consentito la riproduzione di contenuti tratti da programmi televisivi in violazione dei diritti di proprietà intellettuale spettanti al licenziatario senza aver effettuato i dovuti controlli mediante i mezzi tecnologici a sua disposizione (nella specie, “video fingerprinting”).

Con atto di segnalazione n. 1 del 9 gennaio 2019, il Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (“ANAC”), ha segnalato al Parlamento e al Governo l’opportunità di apportare urgenti modifiche alla disciplina in tema di nomina delle commissioni giudicatrici di cui agli artt. 77 e 78 del D. Lgs. n. 50/2016.

Con Comunicato del Presidente del 9 gennaio 2019, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (“ANAC”) ha disposto il differimento alla data del 15 aprile 2019 (dall'originaria previsione del 15 gennaio) per la piena operatività dell’Albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni giudicatrici di cui all'art. 78 del D. Lgs. n. 50/2016.

Con ordinanza n. 138/2019 pubblicata il 7.1.2019, il Consiglio di Stato ha rimesso alla CGUE la questione circa la compatibilità con il diritto dell’Unione Europea dell’art. 192, 2 comma, del D. Lgs. n. 50/2016 in materia di affidamento diretto a società in house, e dell’art. 4, 1 comma, del D. Lgs. n. 175/2016 in materia di vincoli alla partecipazione delle amministrazioni pubbliche in società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie al perseguimento delle proprie finalità istituzionali.

L’Autorità della Concorrenza e del Mercato (di seguito “AGCM” o “Autorità”), nell'adunanza del 12 dicembre 2018 ha deliberato di inviare una segnalazione a talune Istituzioni statali, regionali e comunali evidenziando gli ostacoli all'installazione di impianti di telecomunicazione mobile e broadband wireless access presenti nelle previsioni...

Premessa Oggetto della presente analisi sono gli orientamenti giurisprudenziali determinatisi a partire dal 2010 in merito alla valenza ed alla interpretazione della dicitura, prevista dal protocollo Patti Chiari ‘Obbligazioni a basso rischio e basso rendimento’, inserita negli ordini di acquisto e nelle note di eseguito relativi a quei ‘bond’ Lehman Brothers (la larga maggioranza) che sino al 15 settembre 2008 mantennero le caratteristiche previste dal protocollo suddetto («Il titolo fa parte dell’elenco delle obbligazioni a basso rischio-rendimento emesso alla data dell’ordine e redatto nell’ambito del progetto ‘patti chiari’. N.b. in base agli andamenti di mercato, il titolo potrà uscire dall’elenco successivamente alla data dell’ordine. Il cliente sarà tempestivamente informato se il titolo subisce una variazione significativa del livello di rischio», di seguito la ‘clausola’).

Con la sentenza in epigrafe, la Cassazione è tornata sulla questione della responsabilità omissiva del sindaco ai fini della configurabilità del reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale previsto dall'art. 216 del R.D. 16 marzo 1942, n. 267 (Legge Fallimentare).

Nell’ottica di incrementare gli investimenti in finanza sostenibile, l’ONU ha approvato il piano di azione denominato “Secretary general’s strategy for financing the 2030 Agenda for sustainable development (2018-2021)”, il quale definisce una roadmap triennale di azioni e interventi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi fissati nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (a cui l’Italia ha aderito nel 2015).

Nella decisione in epigrafe, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (“CGUE”) è stata chiamata ad interpretare le disposizioni di diritto dell’Unione Europea sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale.

Nella decisione in epigrafe, la Grande Sezione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (di seguito “CGUE”) è stata chiamata a verificare la legittimità dell’accesso ai dati personali conservati dai fornitori di servizi di comunicazione elettronica, da parte delle autorità nazionali competenti per l’accertamento di reati “non gravi”.

Con la pronuncia in epigrafe, la Corte di Giustizia, in sede di rinvio pregiudiziale ex art. 267 TFUE, ha affrontato la questione dell’interpretazione della nozioni di “professionista” e di “pratiche commerciali” ai sensi dell’art. 2 lettere b) e d) della Direttiva 2005/29/CE relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno.

Con sentenza n. 9145/2018, il TAR Lazio ha dichiarato l’illegittimità di un affidamento mediante procedura negoziata senza pubblicazione del bando per ragioni di urgenza giustificato dall’Amministrazione con riferimento al tempo eccessivo che avrebbe richiesto l’espletamento della gara da indire a seguito dell’annullamento giurisdizionale di una procedura avente il medesimo oggetto.

Con sentenza n. 287/2018, il Tar Friuli Venezia Giulia ha annullato gli atti di una procedura selettiva indetta da un’Azienda Ospedaliera per l’affidamento dell’incarico di Data Protection Officer (“DPO”), affermando che la certificazione di Auditor/Lead Auditor ISO/IEC/27001 non può essere individuata quale requisito di ammissione alla selezione.

È entrato in vigore oggi (7 agosto 2018) il Regolamento Delegato UE/2018/1100 del 6 giugno 2018 che modifica l'allegato del regolamento (CE) n. 2271/96 del Consiglio, relativo alla protezione dagli effetti extraterritoriali derivanti dall'applicazione di una normativa adottata da un paese terzo, e dalle azioni su di essa basate o da essa derivanti.