04 Nov Italia Oggi: Data Act, opportunità e sfide per gli studi legali italiani
Dal 12 settembre è pienamente applicabile in tutti gli Stati membri il Regolamento (UE) 2023/2854 (Data Act), volto a garantire un accesso equo e trasparente ai dati generati dai dispositivi connessi, a beneficio di consumatori e imprese. L’obiettivo è promuovere un mercato europeo dei dati aperto e competitivo, fondato sulla condivisione regolamentata delle informazioni.
In Italia, tuttavia, il quadro attuativo è ancora incompleto: mancano sia l’individuazione delle autorità nazionali competenti, sia la definizione del regime sanzionatorio. Una situazione che, pur generando incertezza, apre spazi significativi per il ruolo di consulenza strategica degli studi legali e fiscali.
Sul tema Italia Oggi, in un approfondimento a cura dal giornalista Antonio Ranalli, ha raccolto le dichiarazioni di alcune/ i professioniste/i dei principali studi legali e fiscali italiani, esperti in materia.
Tra queste è stata intervistata anche Maria Lilia La Porta, senior associate di Ristuccia Tufarelli & Partners: «In uno scenario ancora poco definito, in quanto mancano un’autorità di riferimento, un quadro sanzionatorio e linee guida attuative, il Data Act non deve essere considerata come una normativa da subire. Al contrario gli studi legali e fiscali possono svolgere un ruolo decisivo nella definizione delle strategie di governance dei propri clienti in un’ottica di adeguamento volontario e preventivo, secondo un approccio di data access by design. In particolare, per garantire una corretta gestione e condivisione dei dati dovranno essere innanzitutto identificati rischi e impatti legati all’applicazione del Data Act, mappati i flussi di dati (spesso misti) e identificate le responsabilità contrattuali. Sarà, dunque, fondamentale intervenire sul piano organizzativo e contrattuale, implementare adeguate misure di cybersecurity e integrare la gestione del dato con le disposizioni del GDPR, in un’ottica di compliance integrata. In sostanza, è l’occasione per assistere i clienti non per un mero adeguamento normativo, ma in un cambio di passo nella visione e gestione dei dati che consenta agli stessi di essere maggiormente competitivi in un’economia sempre più guidata dai dati».
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