Il Sole 24 Ore: Dazi, legali al lavoro per rivedere le clausole nei contratti di fornitura

Il Sole 24 Ore: Dazi, legali al lavoro per rivedere le clausole nei contratti di fornitura

Le aziende italiane, in particolare quelle esportatrici, guardano con crescente apprensione alla situazione internazionale legata all’aumento dei dazi e all’incertezza normativa. La sospensione di 90 giorni delle tariffe doganali verso gli Stati Uniti e l’avvio di un dialogo tra Washington, Bruxelles e l’Unione Europea vengono accolti con cautela, ma non bastano a dissipare le incertezze.

L’impatto dei dazi non si limita ai rapporti commerciali con i partner esteri: a essere coinvolti sono anche i contratti pubblici italiani, sia in fase di gara che di esecuzione. In particolare, il rischio di un significativo rialzo dei prezzi rende difficile per gli operatori economici formulare offerte sostenibili, soprattutto in assenza di meccanismi automatici di revisione dei prezzi nei contratti già aggiudicati. Questo contesto sta già influenzando le scelte di molte imprese, che talvolta rinunciano a partecipare a gare per la fornitura di prodotti impattati dai rincari.

A farsi carico degli interrogativi delle imprese, in questa fase complessa, sono anche gli studi legali, che supportano aziende e operatori economici nella rilettura dell’intera catena del valore, valutando la possibile rinegoziazione, laddove possibile, dei contratti con fornitori e distributori e cercando strumenti di tutela contrattuale per affrontare l’incertezza.

Ci si aspetta un significativo rialzo dei prezzi ma l’attuale quadro normativo non consente una revisione dei prezzi nei contratti di appalto, dopo la stipula. – ha spiegato l’avvocato Mario Di Carlo, partner di Ristuccia Tufarelli & Partners, intervistato da Massimiliano Carbonaro per Il Sole 24 Ore – “Questo comporta anche la scelta, in gare di fornitura di prodotti impattati, di non presentare offerte, poiché gli operatori non sono in grado di ipotizzare un prezzo valido al momento dell’esecuzione e non c’è certezza sull’attivazione delle clausole di modifica straordinaria del contratto“.

Inoltre, il rischio di instabilità regolatoria e di incremento dei costi delle componenti importate induce molte realtà, anche nella Pubblica Amministrazione, a rivalutare tempistiche e priorità. “Veniamo da un quinquennio di modifiche molto rilevanti in cui le imprese hanno investito molto per adeguarsi e ora si domandano se tra un anno tutto questo non servirà più sulla spinta delle politiche trumpiane che potrebbero portare alla revisione e alla semplificazione delle regole. In alcuni settori le aziende procederanno ugualmente come la compliance rispetto alla normativa sulla cybersecurity, ma in altri ambiti sono in attesa” – ha aggiunto l’avv. Di Carlo.

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